Bologna in Lettere 10th – Ana Ulehla / Lina Scarpati Manotas

Bologna in Lettere 10th

 

BĂBÉL  

stati di alterazione

 

 

DOUBLE BIND

 

 

Ana Ulehla / Lina Scarpati Manotas

 

 

 

 

 

Ana Ulehla nació en Stgo del Estero, Argentina, el 14-04-1936, hija de padre checoeslovaco y madre austríaca, pasó su primera infancia en Clorinda, Formosa, Argentina con los pueblos originarios pilagás en la cosecha del algodón. Tiene 85 años, es docente jubilada. Su nieto le enseñó todo sobre edición de audios y videos y se dedica a escribir, recitar y difundir poesía de otros autores internacionales por diversas radios. Tiene un espacio en Youtube con su nombre. Ha publicado sus poesías en varias antologías y ha ganado el premio VICTORIA de Uruguay por su labor como difusora. Ha participado como presidente del jurado en el concurso internacional Galaxia.

 

 

 

 

Lina Scarpati è originaria della Colombia dove si laurea in Comunicazione Sociale con enfasi audiovisivo. Già allieva del poeta e gestore culturale colombiano Miguel Iriarte, inizia a scrivere poesia per la Rivista Viacuarenta.  Dal 2001 emigra in Italia per studiare marketing Culturale all’Università di Bologna. La sua carriera è basata sullo sviluppo di diverse competenze, dalla produzione di documentari passando per il mondo del copywriting in lingua italiana, inglese e spagnola fino alla creazione di contenuti multimediali nonché lo sviluppo di strategie di comunicazione e marketing digitale.  Dopo aver lavorato per diversi anni nel territorio bolognese come copywriter per agenzie di comunicazione, inizia a raccontare le storie delle donne immigrate e i loro processi di interculturalità attraverso il blog Mujeres en Travesia. Attualmente scrive di politica internazionale, femminismo ed attualità per giornali, riviste e portali colombiani ed italiani come El Heraldo, La Silla Vacia, Noticias Ya!, La Macchina Sognante. Dal 2018 fa parte del Gruppo di Poesia 98 dove continua ad approfondire la sua ricerca riguardo la propria visione interculturale del paese di accoglienza attraverso la poesia.

 

 

PARA SOBREVIVIR

 

Para sobrevivir al hielo y al abismo,

me inventé un amor.

Lo pinté con los colores del arco iris

y todos los sonidos más bellos del universo.

Me cubría toda por dentro y por fuera,

con música del viento y rugidos del mar.

Mis dedos eran pétalos, hojas,

caracolas, guijarros, arenas…

Y mis ojos viajaban más allá del horizonte,

colgados de las mareas, el agitar de las alas,

el transcurrir de las nubes.

Amé con tal pasión,

 

que descubrí el mundo perdido bajo el mar,

la estrella más lejana, el idioma del árbol,

de las olas, de las gaviotas.

Y me fui del mundo, libre, cubierta de nieve,

respirando el aliento de la tierra

que palpitaba bajo mis pies.

 

 

PER SOPRAVVIVERE

 

Per sopravvivere al ghiaccio e gli abissi

mi sono inventata un’amore.

Lo dipinse con le tonalità dell’arcobaleno

e i suoni più belli dell’universo

Mi copriva tutta, dentro e fuori,

con musica che proviene dal vento

e ruggiti dal mare

lumache, ciottoli, sabbie…

I miei occhi viaggiavano aldilà dell’orizzonte,

pendendo dalle maree, lo sbattere delle ali,

il passaggio delle nuvole

Amai con tale passione

 

scoprì un mondo dimenticato sotto il mare

la stella più lontana, la lingua dell’albero,

delle onde, dei gaviani.

E me ne andai da questo mondo, libera, coperta di neve

respirando l’alito della terra

che pulsava sotto i miei piedi

 

 

ANCLADA, RESPIRO

 

A veces tengo esa sensación

de caminar y no llegar a ningún lado.

Como dar pasos y pasos sin sentido

y seguir en el mismo sitio.

Algo se mueve fuera de mi

y yo estoy aquí, anclada, estática, inerte.

Y entonces, abro la puerta y voy al jardín,

pero en mi interior sigo encadenada.

Hundo las manos en la tierra buscándome,

 

quito las hojas secas,

acaricio mis plantas y mis flores

y abrazo mis árboles.

Entonces, los pájaros

que parecían dormidos en las ramas

comienzan a trinar,

mi pecho se expande

y puedo volver a respirar,

yo… no este cuerpo que respiraba sin aire…

 

yo… mi yo interior…

 

el que sueña, el que tiene fe y esperanza,

el que siempre busca la luz.

 

Respira.

 

 

ANCORATA, RESPIRO

 

Delle volte sento questa sensazione

di camminare e non arrivare da nessuna parte

come se facesse dei passi

e passi senza senso

proseguendo nello stesso posto.

Qualcosa si muove fuori da me

ed io sono qui, ancorata, estatica ed inerte.

Allora apro la porta e vado in giardino

ma dentro sono incatenata

scavo la terra con le mie mani per ritrovarmi

ritiro le foglie secche,

carezzo le mie piante e i miei fiori

e abbraccio i miei alberi.

Allora, gli uccelli

che sembravano addormentati sui rami

iniziano il loro canto

il mio petto si espande

e posso di nuovo respirare

io… non questo corpo che respirava senza aria

io… il mio IO interiore

 

quello che sogna, che ha fede e speranza,

quel che sempre cerca la luce.

 

Respira

 

UNA MANO DESTRUYÓ MI CUERPO

 

Una mano destruyó mi cuerpo,

mi memoria olvidó la carne mancillada,

pero esta conservó los recuerdos

pues no pudo sepultarlos tan hondo

que no quedaran en la piel

y huyó de los contactos.

Al inventar otras realidades

mi conciencia construyó tantos muros

como fueron necesarios para sobrevivir.

 

UNA MANO DISTRUSSE IL MIO CORPO

 

Una mano distrusse il mio corpo,

la mia memoria dimenticò la carne violentata

ma questa ritenne i ricordi

poiché non riuscì a seppellirli nelle profondità

che non rimanessero sulla  pelle

e fuggì dai suoi contatti.

Nell’inventare altre realtà

la mia coscienza edificò tanti muri

quanto furono necessari per sopravvivere

 

 

 

(Testi originali di Ana Ulehla  – Traduzioni di Lina Scarpati Manotas)