Premio Bologna in Lettere 2020 – Nota critica di Andrea Donaera a La strada del nutrimento di Davide Valecchi

Premio Bologna in Lettere 2020

Le note critiche agli autori segnalati della Sezione B (Raccolte inedite)

Davide Valecchi, La strada del nutrimento

 

 

L’esattezza e la precisione dei versi di Valecchi – poeta che già in raccolte precedenti ha dato prova di essere in completa sintonia con una scrittura riconoscibile, fulgidamente peculiare – raggiunge in questa raccolta una piccola apoteosi. La strada del nutrimento è infatti una sorta di poemetto, dove un io errabondo incontra un’alterità umana e territoriale che non è mai soltanto elegiaca o fintamente panica, ma una rielaborazione in ottica antropopoietica di quella che – per comodità comunicativa – potremmo definire una cartesiana res extensa, composta da luoghi, creature, spazi, passaggi, abbandonando «il concetto di conforto / per arrivare a dire: amore».

Data la natura poematica, la poesia di questo testo, organica e coesa, ha ampi respiri narrativi, sebbene mai prosaici. È infatti proprio la costruzione del verso, rigorosa e sistematicamente ritmica, a generare una dimensione di “racconto”, brullo e suggestivo, frammentario ma liscio. Le intuizioni descrittive («Il bisogno di un margine mi porta / dove la strada di cemento cede / lasciando spazio alla terra e si stringe / in un sentiero battuto di notte»), la visione esistenziale che si consustanzia in una comunione privata («possiamo voltarci a guardare indietro / verso la distesa di ciò che era nostro / distinguere i colori degli anni / osservare lo stato di logoramento / il grado di nitidezza / e liberarci da tutti i luoghi / dove non siamo più»), la postura di un tu irregolare, densamente adiacente all’io e mai semplicisticamente amoroso («C’è un’inconcludenza nella tua voce / mentre indichi la zona dove fermarsi / o ribadisci un’impossibilità del vento / a contenere nomi soltanto nostri / mentre sfuma il significato del luogo / e proseguire ha lo stesso valore / di restare come sei nella foto»): tutto, in questa strada del nutrimento, è sapientemente organizzato per fornire al lettore un’esperienza poetica coinvolgente ma mai bassa, mai ammiccante – quasi epifanica in diversi momenti.

Valecchi si profila dunque autore consapevole e dotato di una voce assolutamente propria – voce che riesce a rimaneggiare e rimodulare, asservendola con lucidità alle esigenze tematiche (e, in qualche modo, narrative). La strada del nutrimento restituisce possibilità poetiche sì personali, ma che non rinnegano le vie maestre che hanno condotto lo scrittore a impostare un sistema letterario come quello presentato: l’eco del Novecento non è nascosto, ma non è mai ingombrante; la vivida urgenza di realizzare una poesia concreta e comprensibile in ogni suo battito è invece sempre palpitante, con questo suo appagante linguaggio che «tocca il visibile / e dove non arriva / cambia e si allinea di nuovo» (Andrea Donaera)