Premio Bologna in Lettere 2024- Note critiche e appunti di lettura – Loredana Magazzeni vs Letizia Polini

Premio Bologna in Lettere 2024

Sezione C – Poesie singole inedite

 

Nella poesia di Letizia Polini il testo è un campo di forze in tensione che giungono, attraverso un lavoro costante e ripetuto, a una situazione di equilibrio ripristinato. Lo fanno attraverso uno studio delle componenti, senza permettere che qualcuna di esse prevalga e conservandone la tensione. Si tratta di un lavoro simile, ma non uguale, a quello di un ingegnere: il testo è il cantiere e le forze in campo sono la struttura del terreno, le linee di costruzione, la tenuta dei materiali, il progetto d’insieme. La scelta del carattere grafico è parte di questo progetto: un carattere leggero ma costante, una spaziatura ariosa e ripetuta, creano le pareti liminari di una costruzione moderna e coerente, che punta alla leggerezza, all’immateriale, annullando il peso dei diversi materiali.

Da questa introduzione sembrerebbe trattarsi di una scrittura fredda, calcolata e programmata, ma non è così. La serie Fossile 1 affronta una materia organica e familiare: la vita quotidiana, il rapporto con la madre, la malattia e la morte, temi costanti della poesia di ogni tempo.

Lo fa però dandoci la sensazione che i sentimenti, gli affetti, le relazioni si tengano in equilibrio grazie a parole anch’esse fossili, parole sepolte sotto il testo, così come sotto traccia viene avanti e procede lo scavo, lo svelamento dei materiali stessi.

Fossili nel cantiere testo, le parole più connotate perdono i loro caratteri di immediatezza e stanno, come mattoni, a reggere la costruzione ferma del progetto.

Un progetto che non vuole svelarsi pienamente e che cattura il lettore passo dopo passo nel suo permettergli di entrare dentro il cantiere, e le cui tracce indiziarie stanno, a mio avviso, nelle affermazioni disseminate senza enfasi, ma tuttavia cruciali e programmatiche: “quando ho visto una forma nuova     ho cercato di scomporla”, “abbraccia le divisioni anche se odia”, “tutto/ può ancora svuotarsi ancora/ frantumarsi”.

E infine il testo diviene consolazione, rispetto all’inevitabile mutare della realtà, alle “alterazioni somatiche”, alla malattia e alla perdita, divenendo per la poeta e per il lettore una rete, rete di salvataggio cui aggrapparsi “[consola ripetere forme // consola ripetere], per cercare di ricostruire e ricostruirsi: “si cuce gli arti/ per non disfarsi”. (Loredana Magazzeni)