ARCHIVIO DI POESIA CONTEMPORANEA

BOLOGNA IN LETTERE – ARCHIVIO DI POESIA CONTEMPORANEA
Per un archivio di poesia contemporanea
Bologna in Lettere – La necessità di preservare la parola

Inutile dilungarsi sullo stato della poesia contemporanea italiana, o meglio sugli stati della poesia contemporanea italiana. Ciò che non va è riassumibile in una sola parola: “dispersione”. Ed è uno status che è stato generato direttamente sia dagli autori che dagli editori. Entrambe le categorie sono responsabili del carattere effimero che caratterizza l’attuale situazione. Libri che di fatto non esistono, libri che spariscono dopo pochi giorni dall’uscita, libri stampati e ristampati in poche copie su “ordinazione” dell’autore e via dicendo. Ora, qui non si tratta di sovvertire questo sistema. È una cosa così tanto radicata che sarebbe difficile, se non impossibile, cambiare le cose. Qui si tratta di preservare ciò che effettivamente giunge alle stampe. Una sorta di prolungamento del “gesto” che possa donare all’opera un’esistenza più lunga.

Come avverrà ciò?

A due livelli. Un primo livello, per così dire, fisico, e un secondo livello virtuale. La fisicità consiste nel creare un archivio ove conservare e preservare la parola non tanto dall’usura del tempo quanto dalla sparizione dell’oggetto-libro. Una sparizione a cui, immancabilmente, ogni libro è destinato. La virtualità consiste invece nel creare una sorta di archivio on line comprendente la catalogazione: la scheda del libro, estratti dell’opera, notizie bio-bibliografiche dell’autore, recensioni, rinvii a link specifici, e via dicendo.

Tutto questo sotto l’egida di “Bologna in Lettere”, che – e sarebbe il caso di ribadirlo – non è solo un festival, ma un centro di produzione e veicolazione culturale che si esprime a più livelli e in vari contesti.

E veniamo al dunque.

Ci stiamo attivando per costituire un Fondo Bologna in Lettere presso una delle Biblioteche comunali del circuito cittadino di Bologna. Si tratta molto semplicemente di un archivio di poesia contemporanea. La definizione di poesia va considerata nel senso più ampio possibile e saranno accettate anche riviste e opere di critica letteraria, saggistica e filosofia inerenti alla poesia.

Per far sì che un autore possa entrare a far parte dell’archivio con una o più opere ci sono due diverse modalità.

1)
La prima consiste nel partecipare ai Premi/Concorsi Letterari banditi dal festival. Difatti tutte le opere edite che parteciperanno al concorso entreranno a far parte di diritto dell’archivio.

Tutte le info qui: http://www.bolognainlettere.it/concorsi/

Per quanto riguarda la partecipazione ai concorsi saranno accettate solo opere la cui pubblicazione non è antecedente al 2010.

2)
La seconda possibilità, che esula dalla partecipazione ai concorsi, consiste nell’inviare 1 copia cartacea dell’opera o delle opere che si intendono “preservare” all’indirizzo:

Archivio Bologna in Lettere

C/O Enzo Campi
Centro Postale Operativo
Sezione Videocodifica
Via Piccard 14
42124 Reggio Emilia

L’invio cartaceo deve essere integrato da un invio telematico all’indirizzo archivio@bolognainlettere.it

comprensivo di foto autore e foto copertina (ad alta qualità), breve scheda del libro, estratti dell’opera, notizie bio-bibliografiche dell’autore, rinvii a link specifici con recensioni, video, e via dicendo.

Questa modalità non prevede nessun limite relativamente all’anno di pubblicazione dell’opera.

Non abbiamo pronunciato a caso la parola “archivio”, perché Bologna in Lettere intende anche interrogarsi sul senso e sul significato dell’archivio, sulla conservazione e sulla divulgazione del pensiero. L’archivio è anche ciò che mette insieme le parti che costituiscono il tutto, gli elementi fondanti della struttura, i singoli colpi di pennello che andranno a delineare e caratterizzare il quadro. In poche parole – e prendendo la parola – un percorso di attraversamento del corpo scrivente e parlante, per far sì che il «soggetto» si tramuti in «oggetto» esposto. È un modo come un altro di prendere una posizione o, se preferite, di «prendere la parola per dire la parola», la parola di altri o dell’altro, la parola di qualsiasi soggetto disposto ad es-porsi come oggetto, in poche parole di ogni soggetto disposto a farsi «trattare» da chi prende la parola per conferirgli il potere di fissare la sua parola attraverso la definizione di una posizione. L’archivio è anche questo: il mantenimento di una posizione, la stabilità di un corpo e di un’immagine calati in un contenitore. Paradossalmente, ma nemmeno più di tanto, la posizione si può concretizzare solo attraverso la sua deposizione, attraverso la delocazione da un luogo all’altro, attraverso lo spaziamento che è peculiarità imprescindibile del prendere la parola e del prendersi in parola. Così il contenitore diviene, a tutti gli effetti, un deposito ove conservare e preservare la parola, in una sola parola: un archivio.