La Costante di Fidia – Bologna in Lettere e i classici della poesia

A causa dell’emergenza Coronavirus e dell’ordinanza emanata,  inerente le misure di prevenzione necessarie per contenerne la diffusione, l’evento è rinviato a data da destinarsi.

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Bologna in Lettere e i classici della poesia, il sesto step dell’edizione “Deposizioni” del festival

 

Bologna in Lettere
(il festival dei nostri tempi)
VIII edizione – DEPOSIZIONI

La Costante di Fidia
collana di classici italiani e stranieri diretta da Sonia Caporossi per Marco Saya edizioni

Presentazione dei volumi:
La gentilezza dell’angelo – Viaggio antologico nello Stilnovismo” curato da Sonia Caporossi;
Rainer Maria Rilke, “Silenzio e tempesta. Poesie d’amore.”, curato da Raffaela Fazio;

e l’anticipazione del terzo volume: Jules Laforgue, “Ultimi versi”, curato da Francesca Del Moro.

Con:

Sonia Caporossi
Raffaela Fazio
Francesca Del Moro

E con un intervento performativo di Martina Campi, Mario Sboarina, Francesca Del Moro.

INGRESSO GRATUITO
RINFRESCO A FINE EVENTO

Un evento a cura di Francesca Del Moro

 Sabato 29 febbaraio ore 18.00
@FactoryBo, Via Castiglione 26, Bologna

– Bologna in Lettere e i classici della poesia –

Locandina - La costante di Fidia


– Bologna in Lettere e i classici della poesia –

La costante di Fidia, collana diretta da Sonia Caporossi per Marco Saya Editore

“La collana di classici italiani e stranieri “La costante di Fidia”, diretta da Sonia Caporossi per Marco Saya Editore, si caratterizza nell’ambito delle collane tradizionali della piccola e media editoria per una particolare cura riservata all’apparato critico e alla traduzione dei testi, mantenendo contemporaneamente vivo il compito divulgativo che si manifesta in volumi agili e snelli, curati nella grafica e nella redazione fino al minimo dettaglio. La trasmissione culturale è l’obiettivo principale della collana, perseguita nella consapevolezza della responsabilità fondamentale che un tale lavoro di mediazione tra passato e presente rappresenta. (Sonia Caporossi)”


“La gentilezza dell’angelo – Viaggio antologico nello Stilnovismo”
curato da Sonia Caporossi.

Dall’Introduzione a La gentilezza dell’angelo:

“Il concetto centrale dello Stilnovo, la Gentilezza che nella poesia cortese (trobadorica e siciliana) era vissuta sotto l’egida di una relazione feudale decisamente formalizzata, tra la Donna intesa come Domina (nel senso latino del termine “Signora”, “Padrona”) e il Cavaliere dedito al già elegiaco e classico servitium amoris, si colora vivamente di un’accezione nuova, tipica dell’ambiente borghese del Comune: la nobiltà, in questa nuova dimensione sociale laicizzata, non consiste più nella discendenza di sangue, bensì trova la propria sede confacente nell’organo eletto a topos erotico fondante, il cuore. A mettere in atto un tale processo di elevazione spirituale è proprio quell’Amore personificato che così compie la propria parabola letteraria cominciata con Andrea Cappellano e giunta, trasfigurata metafisicamente, fino a Dante. In questo senso, l’imago erotica della donna angelicata, che di per sé non risulta essere neanche figura nuova, bensì già siciliana (la si trova, ad esempio, in Jacopo da Lentini (1), assume il valore cristianizzato di una vera e propria beatrice (il nome della donna amata da Dante è il più “parlante” della storia della letteratura mondiale): la Donna svolge funzione beatificante tramite il sentimento che suscita nel cuore del poeta, permettendo così la purificazione dell’anima e l’ascesa nella sfera del Bene Morale attraverso un vero e proprio processo di nobilitazione spirituale, colto nell’atto del suo teofanico ed epifanico fieri.”

 

Rainer Maria Rilke. “Silenzio e tempesta.Poesie d’amore”
curato da Raffaela Fazio

“Un giorno […] l’amore non sarà più l’accoppiamento di un uomo e di una donna ma quello di un’umanità con un’altra. Più vicino all’umano, sarà […] quell’amore che noi prepariamo lottando aspramente: due solitudini che si proteggono, si completano, si limitano e s’inchinano l’una davanti all’altra”

(Rainer Maria Rilke, lettera a Franz Xaver Kappus, 14 maggio 1904).

 

La scelta di proporre una lettura tematica di Rainer Maria Rilke (Praga 1875 – Montreux 1926) in questa raccolta di versi è motivata non solo dall’importanza attribuita dal poeta all’amore, definito “l’opera suprema di cui tutte le altre non sono che la preparazione”, ma anche dalla multidimensionalità dell’espressione amorosa rilkiana, nella quale convergono gli elementi caratteristici della sua scrittura e del suo pensiero: intensità e leggerezza, visionarietà plastica e acume introspettivo, irrequietezza e accettazione fiduciosa. Rilke è il raffinato poeta degli opposti e dell’ambivalenza. Egli riassume, forse meglio di qualsiasi altro, la forza astratta della parola e la sua carica sensuale. “Silenzio e tempesta”, per offrire una “visione sinottica” dell’autore praghese (come afferma nella postfazione Massimo Morasso, saggista e poeta, nonché fine germanista), presenta cinquanta componimenti, appartenenti a periodi diversi della vita dello scrittore. La traduzione si affianca al testo originale in lingua tedesca. Alcune delle poesie selezionate non furono mai riunite da Rilke in una raccolta e comparvero solo dopo la sua morte; di esse è riportata la data di composizione. Delle altre vengono indicati i libri da cui sono tratte: “Advent” (1897), “Dir zur Feier” (1897-1898), “Das Stunden-Buch” (1905), “Das Buch der Bilder” (1902 e 1906); “Neue Gedichte” (1907), “Der neuen Gedichte anderer Teil” (1908). La novità del volume è duplice, dal punto di vista del contenuto e dello stile. Per quanto riguarda il contenuto, vengono pubblicate per la prima volta in italiano alcune poesie giovanili (tratte da “Advent” e da “Dir zur Feier”); sono inoltre raccolti, insieme a versi dedicati dall’autore alle donne amate, alcuni componimenti da “Das Stunden-Buch”, nel quale l’amore si sposta dalla sfera terrena a quella spirituale.

Ciò permette di affrontare la tematica in maniera più ampia: non solo per l’arco temporale, ma anche per la varietà di angolazioni. Per ciò che attiene allo stile, è stata operata una scelta precisa di traduzione, finora non seguita nelle edizioni in commercio: rimanendo fedele all’originale con attenzione rigorosa al lessico e al legame tra le immagini e i concetti, senza dunque ricorrere a invenzioni personali, innesti o sconti che alterino il significato, si è voluto riprodurre in italiano la musicalità del verso tedesco, ad esempio tramite consonanze o assonanze là dove, per evitare forzature di senso, la rima originaria non poteva essere restituita. Il tutto nello sforzo (“a un tempo indaginoso e mimetico”) di giungere a testi che, rispecchiando l’intento dell’autore, risultino esteticamente piacevoli. (Raffaela Fazio)