International Poetry Review – Bill Dodd

Bologna in Lettere 2023

International Poetry Review

Bill Dodd

Autotraduzione dell’autore

Première video Martedì 2 maggio ore 2o.00

sul canale youtube di Bologna in Lettere

 

Bill Dodd è nato a Lancaster, Inghilterra. Per molti anni ha insegnato letteratura inglese nelle università di Bologna e Siena. Nel 2013 ha partecipato al festival inaugurale di poesia del Collettive Spier/Pirogue, Dancing in Other Words, a Città del Capo, Sudafrica. Nel 2015 ha pubblicato una raccolta intitolata Sightings con il suo Spring Onion Press. Nel 2018 è uscita una seconda raccolta, Voicings, e nel 2022 una terza intitolata Given Time. Le sue poesie sono apparse in varie riviste britanniche, tra cui Dream Catcher, Orbis, Other Poetry, Stand, The Frogmore Papers, The New Writer, The Red Wheelbarrow e Weyfarers. Ha pubblicato poesie in Imagine Africa II (Brooklyn, Città del Capo, Parigi), Ons Klyntji (Città del Capo), nonché in Smerilliana, Menabò e altre riviste in Italia.

 

 

The Knitter

 

Watch her hands. Follow the mystery

stitch by stitch as it climbs up, over, into,

and through itself, inching slowly to the right

then looping back to the starting pool

where her left hand tickles and tames it like a trout.

 

Sometimes it escapes her. Then, Penelope-wise

she’ll undo what all day she made

to find where the mystery’s gone and raise it

again from the dead like a wayward Fate.

 

Other times, she wields her needles like battling foils,

stringing between them a rainbow of yarn.

Now and again, she’ll say she’s casting off: memories?

 —you wonder—husbands? lives? the absolute?

 

I don’t want to argue so big as to say

knitting is allegory. But what is it otherwise?

To pour desire through a sieve of imagination?

To set free what chaffinches mean

by chanting all day from March to July?

 

Just watch the thing breathe: call it a sweater,

jumper, a gilet. God, the softness of its flow

beneath the discipline! How meekly downward

it grows, a waterfall of wool that has no sound—

till quick twists of her knuckles conjure clicks

from the needles, seconds on a clock

that could go either way.

 

Time and un-time are in her hands,

while in her mind

shoulders, breasts, a waist wait

to be shaped out of air. Words on the tip

of a tongue, bright unspoken Platonic ideas.

 

Made or unmade, they’ll bow to her,

queen of their world,

till she tires and abolishes all.

 

Meanwhile your eyes are snared.

She twists you in her fingers, threads you.

You have nowhere else to go.

 

*

 

Donna che fa la maglia

 

Guarda le sue mani. Segui il mistero

punto dopo punto mentre s’arrampica

sopra, dentro e attraverso se stesso,

muovendosi lentamente verso destra

per poi rituffarsi dentro lo stagno originario

dove con la mano sinistra lei

l’accarezza e doma come una trota.

 

A volte invece le sfugge.

Allora, come Penelope disfà

ciò che tutto il giorno ha creato

per scoprire dove il mistero si è infossato

e rialzarlo dalla morte

come un destino capriccioso.

 

Altre volte, è una delizia

vederla maneggiare due ferri

come fioretti di combattimento,

stendendo tra loro un arcobaleno di lana.

Ogni tanto ti dirà che sta

scemando, cancellando:

memorie?—ti chiedi—

mariti, vite, l’assoluto?

 

Non voglio stra-ragionare,

dire che fare la maglia è allegoria.

Ma altrimenti che cos’è?

Versare il desiderio attraverso un setaccio

di fantasia? Rendere visibile

ciò che i fringuelli intendono

cantando mille volte al giorno

da marzo a luglio?

 

Guarda come la cosa respira:

chiamala maglione, giubbino, gilé.

Dio, come scorre soffice

sotto tanta disciplina!

Con quanta mitezza cresce verso il basso,

cascata di lana che non fa rumore—

fin quando rapide torsioni di nocche

fanno cliccare i ferri,

secondi d’un orologio

capace di andare avanti o indietro.

 

Lei tiene tempo e non-tempo tra le mani,

e nella mente spalle, seni,

una vita, aspettano di essere

sottratti al nulla: parole sulla punta d’una lingua,

brillanti idee platoniche ancora da enunciare.

 

Fatte o disfatte, s’inchineranno a lei,

regina del loro mondo,

finché non si stancherà, abolendolo tutto.

 

Così, i tuoi occhi restano intrappolati.

Lei ti torce tra le dita, t’infila.

Non c’è nessun altro luogo

dove andare.