Bologna in Lettere 10th – Azione 13 – Christian Tito & Cosimo Ortesta

Bologna in Lettere 10th

Băbél. Stati di alterazione 

 

AZIONE 13 

FactoryBo | Via Castiglione 26 – Bologna

Sabato 9 aprile ore 18.00

 

“C’è un fuoco da portare”

Serata omaggio a

Christian Tito & Cosimo Ortesta

in occasione dell’uscita delle loro nuove opere

 

Christian Tito

C’è un fuoco da portare  

 (Pietre Vive editore) 

con Giusi Drago, Nino Iacovella e Francesca Del Moro

 

 

Cosimo Ortesta

Tutte le poesie  

 (Argolibri)

con i curatori

Vito M. Bonito, Jacopo Galavotti e Giacomo Morbiato 

 

 

C’è un fuoco da portare  offre un’ampia panoramica del lavoro in versi di Christian Tito, poeta e artista poliedrico, attraverso una scelta dei suoi testi più significativi e numerosi inediti. Ne emerge una poesia nitida e coraggiosa, che si confronta con la contraddizione e si sente vicina agli sconfitti, «poiché la vittoria appare chiara e vacua in questo mondo».

In copertina, un’opera di Cristiano De Gaetano dialoga con i versi di Tito: due autori di talento prematuramente scomparsi, legati entrambi alla città di Taranto.

 

*

 

Prima presentazione, a pochi giorni dall’uscita in libreria, del volume che raccoglie per la prima volta insieme tutte le opere del poeta tarantino, dagli esordi (Premio Viareggio per La nera costanza) sino ai libri più maturi (tra cui Nel progetto di un freddo perenne per la ‘bianca’ di Einaudi), tutte le poesie edite in rivista, alcune traduzioni segrete e gli inediti dell’ultimo periodo; a tre anni dalla sua scomparsa la casa editrice marchigiana pubblica un libro dalla straordinaria forza espressiva, specchio di una vita vissuta nel costante confronto con l’altro e nel dialogo mai passivo con una tradizione europea che va dal Barocco a Mallarmé, da Frost e Auden a Beckett e Valéry. La poesia di Ortesta si disegna così come un’esperienza estrema della parola, una visione che attraversa il proprio spazio esistenziale radendolo con la lama di una luce affilata e implacabile, una lingua che egli stesso definì “omicida”. Elegante traduttore dal francese, poeta dalle pubblicazioni rade e meditate, recensore raffinato, Cosimo Ortesta ha incarnato quella figura di poeta-critico-traduttore così caratteristica del nostro Novecento.

 

 

Giusi Drago è nata a Trento e vive a Milano. Nel 2011 ha ricevuto il Premio italo-tedesco per la traduzione letteraria (Nachwuchspreis) con È morto Tito di Marica Bodrožić (Zandonai, 2010). Ha tradotto, fra gli altri, Carl Gustav Jung, Gustav Meyrink, Rainer Maria Rilke e Robert Walser. Ha pubblicato Partiture della memoria in 7 poeti del premio Montale (Scheiwiller, 1995), La pazienza della mano (Nicolodi, 2005), la plaquette Delta Dunării (Il ragazzo innocuo, 2011), Tempo negoziato (La Camera verde, 2014) e Correggere le diottrie (Oèdipus, 2019; Premio Bologna in Lettere 2020). Dal 2001 al 2005 ha diretto la rivista Dialogica. Semestrale di ricerca e culture letterarie. È tra i redattori del blog Perìgeion – un atto di poesia.

 

Nino Iacovella è nato a Guardiagrele nel ’68. Ha una formazione socioeconomica. Ha esordito in poesia con Latitudini delle braccia (deComporre 2013). Del 2015 è la plaquette con i primi testi de La parte arida della pianura (Edizioni Culturaglobale 2015). Ha curato insieme a Sebastiano Aglieco e Luigi Cannillo l’antologia Passione Poesia – Letture di poesia contemporanea (1990-2015) (Ed. CFR 2016). È tra i fondatori e redattori del blog di poesia Perigeion, un atto di poesia. Vive e lavora a Milano. La Linea Gustav (Il Leggio 2019) è il suo ultimo lavoro in versi.

 

Jacopo Galavotti (Rimini, 1989) è assegnista di ricerca all’Università di Verona. Si occupa di storia della lingua italiana e di stilistica dei testi letterari, con particolare predilezione per la poesia del Cinquecento e del Novecento. Tra le sue pubblicazioni si segnalano i volumi Una sola digressione ininterrotta. Cosimo Ortesta poeta e traduttore (con Giacomo Morbiato, 2021) e «Spento era il gran Bembo». Metrica e sintassi nei lirici veneziani del secondo Cinquecento (2021).

 

Giacomo Morbiato (Zevio, 1989) è borsista presso la Fondazione Ezio Franceschini (Firenze) e docente a contratto di Linguistica italiana presso gli atenei di Verona e Padova. Ha studiato, con attenzione soprattutto alla lingua e allo stile, la poesia del Novecento e del Duemila e i dialoghi italiani di Giordano Bruno. A tali argomenti ha dedicato tre libri: Forma e narrazione nella Camera da letto di Attilio Bertolucci (2016), Una sola digressione ininterrotta: Cosimo Ortesta poeta e traduttore (con Jacopo Galavotti, 2021), «Forse più là dove meno appare». Testualità, retorica, letteratura nei dialoghi italiani di Giordano Bruno (2021).

 

Vito M. Bonito ha pubblicato papaveri per niente e teatrino de li papavera (Derbauch, 2021)di non sapere a memoria 1978-1980 (L’arcolaio, 2021), fabula rasa, (Oèdipus, 2018); la bambina bianca (Derbauch 2017); Soffiati via, (Il Ponte del Sale 2015 – premio Nazionale Elio Pagliarani 2015); Luce eterna, (Galerie Bordas Venezia, 2012); Fioritura del sangue (Perrone 2010); Sidereus Nuncius  (Grafiche Fioroni, 2009); La vita inferiore (Donzelli 2004); Campo degli orfani (Book, 2000); A distanza di neve,  ivi, 1997. È presente in Poesia contemporanea. Quinto quaderno italiano, a cura di Franco Buffoni (Crocetti 1996); in Parola Plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli, (Sossella 2005); in Alberto Bertoni, Trent’anni di Novecento. Libri italiani di poesia e dintorni (1971-2000) (Book 2005). In ambito critico sono usciti i volumi Le parole e le ore. Gli orologi barocchi: antologia poetica del Seicento, Palermo, Sellerio, 1996; L’occhio del tempo. L’orologio barocco tra letteratura, scienza ed emblematica , Bologna, Clueb, 1995; Il gelo e lo sguardo. La poesia di Cosimo Ortesta e Valerio Magrelli, ivi, 1996; Il canto della crisalide. Poesia e orfanità , ivi, 1999); Pascoli, Napoli, Liguori, 2007. È tra gli autori dell’antologia Poesia del Novecento italiano (vol. II), a cura di N. Lorenzini Roma, Carocci, 2002. Ha scritto inoltre saggi su Montale, De Signoribus, Beckett, Artaud, la Socìetas Raffaello Sanzio, Aristakisjan, Herzog e Korine. È redattore della rivista «Versodove».

 

Foto di Donatella D’Angelo

 

Christian Tito (Taranto, 1975-Milano, 2018) è stato farmacista, poeta, scrittore, film-maker, musicista… “farmartista” (come amava definirsi). È stato cofondatore e propulsore del blog Perigeion, nonché infaticabile divulgatore e scopritore di poesia, a Milano (dove viveva e lavorava), Bologna (dove ha studiato) e altrove. Ha suonato nella band indie rock XYMA. È autore dei libri di poesia Il segreto del fuocoDell’essere umani (Manni Editore, 2005), Lettere dal mondo offeso (con Luigi di Ruscio, L’arcolaio 2014), Ai nuovi nati (Fiori di Torchio 2016) e ha contribuito con cinque poesie all’antologia La nostra classe sepolta. Cronache poetiche dai mondi del lavoro (a cura di Valeria Raimondi, Pietre Vive 2019). Ha realizzato i cortometraggi I lavoratori vanno ascoltati (2012), 130kmh (con Marco Benozzati, 2014), USALAMERICA (2014), Il lavoro da fare – Biagio Cepollaro (2015), Somewhere (2015) e Lo spirito del mare (con Nicola Scisci), 2016. Nel marzo 2022 è uscita per Pietre Vive l’antologia di sue poesie C’è un fuoco da portare, a cura di Perigeion, contenente alcuni testi dal suo ultimo libro ancora inedito, Da dove sto scrivendo.

 

 

Cosimo Ortesta. Ha esordito come poeta nel 1975 pubblicando su «Carte segrete» La passione della biografia, poi ripubblicato nei «Quaderni della Fenice» nel 1977. Ha proseguito con Il bagno degli occhi (Premio Viareggio opera prima 1980), La nera costanza (1985, Premio Pozzale Luigi Russo 1986), Nel progetto di un freddo perenne (1989), Serraglio primaverile (1999) e La passione della biografia (2006), che ripubblica l’opera d’esordio assieme ad altre poesie edite e inedite. Con l’autoantologia Una piega meraviglia ha vinto il Premio Lorenzo Montano “Opere scelte” nel 1999. Appena uscito Tutte le poesie per i tipi di Argolibri. Ha tradotto tra gli altri Mallarmé, Rimbaud e Baudelaire. La traduzione di Per una tomba di Anatole di Mallarmé gli ha valso il Premio Mondello 1993. Da critico si è occupato in particolare di Giacomo Lubrano, Dino Campana e Mario Luzi.