Bologna in Lettere 2021 – Andrea Muriel

 

South American Poetry Review

a cura di Marisol Bohórquez Godoy

 

 

Andrea Muriel

(traduzioni di Gianni Darconza)

 

 

 

Cómo saber si un cactus ha muerto

 

 

Primero habría que fijarse en la rigidez de sus espinas,

luego en la consistencia de su cuerpo

que debe ser firme y robusto,

más tarde habría que pensar en el clima

o en cada cuánto se le puso agua.

Un cactus muere tres meses antes de que nos demos cuenta

y es imposible saber si las pequeñas señales:

los bordes amarillos, el encogimiento,

son indicios de la muerte o tan sólo parásitos.

Los expertos dicen que sólo existe un signo

inequívoco de la putrefacción:

hay que pinchar su carne

para ver si brota algo y confirmar

que el hedor ha comenzado a formarse

desde dentro.

Dicen que el amor es de todos los días

pero yo no sabía que los cactus pueden llegar a ahogarse.

Pensé que cuidarlo era ponerle más agua.

Siempre me ha costado entender cuánto es suficiente.

 

 

Come sapere se un cactus è morto

 

 

In primo luogo bisognerebbe porre attenzione sulla rigidità delle spine,

poi sulla consistenza del suo corpo

che dev’essere solido e robusto,

in seguito bisognerebbe pensare al clima

o ogni quanto gli si è dato acqua.

Un cactus muore tre mesi prima che ce ne rendiamo conto

ed è impossibile sapere se i piccoli segnali:

i bordi ingialliti, il restringimento,

siano indizi di morte o solamente parassiti.

Gli esperti dicono che esiste un solo segno

inequivocabile di putrefazione:

bisogna bucare la sua carne

per vedere se sgorga qualcosa e confermare

che il fetore ha cominciato a formarsi

dall’interno.

Dicono che l’amore è di tutti i giorni

ma io non sapevo che i cactus potessero affogare.

Pensavo che prendersene cura significava

[dargli più acqua.

Mi è sempre risultato difficile capire quanto è sufficiente.

 

El poema que le prometí a tu espalda

 

 

Recostada a tu lado

observo tu nuca

y la curva que poco a poco

se transforma en tu cuello.

Acariciar tu espalda

me hace pensar en Central Park.

Detrás de mis ojos cerrados

veo árboles altos en lo que parece ser

una postal de invierno.

Tú y yo nunca hemos estado

en Central Park pero creo reconocer

el paisaje de alguna película

y recorro con mi memoria la escena

de un libro de Richard Yates.

Tú y yo

nunca

estaremos en Central Park.

La última noche es un cliché

y sin embargo tengo los dedos helados.

Tu espalda no se parece en nada

a Central Park pero cierro los ojos

y siento que me adentro

cada vez más, noto la brisa helada,

los copos de nieve cayendo

poco a poco

sobre tu cuello.

 

La poesia che ho promesso alla tua schiena

 

 

Distesa accanto a te

osservo la tua nuca

e la curva che poco a poco

si tramuta nel tuo collo.

Accarezzarti la schiena

mi fa pensare a Central Park.

Dietro ai miei occhi chiusi

vedo alti alberi in ciò che mi sembra

una cartolina d’inverno.

Tu ed io non siamo mai stati

a Central Park però credo di riconoscere

il paesaggio di qualche film

e percorro con la memoria la scena

di un libro di Richard Yates.

Tu ed io

mai

saremo a Central Park.

L’ultima notte è un cliché

eppure ho le dita gelate.

La tua schiena non assomiglia per nulla

a Central Park ma chiudo gli occhi

e sento di addentrarmi

sempre di più, noto la brezza gelida,

i fiocchi di neve che cadono

poco a poco

sul tuo collo.

 

Star Wars VII

[spoiler alert]

 

 

Qué hubiera pasado,

mi amor,

si antes de haber visto la película contigo

la hubiera visto con otro.

Qué pasaría si a tu lado las primeras escenas

no me hubieran causado asombro,

si hubiera tenido que fingir no saber

y no me hubiera sorprendido

cuando Han Solo entró al Halcón Milenario.

Qué sucedería si hubiera repetido las mismas bromas.

Y si esa primera vez no la hubiera visto completa

—tal vez sólo la mitad—

y me hubiera salido del cine con prisa

queriendo llegar a otra parte

para estar a solas con él.

Cómo sería todo ahora

si cuando te besé en el cine

la oscuridad me confundió

y durante la segunda mitad de la película

estuve pensando que aunque antes

nunca llegué a la escena

[spoiler alert]

en la que el hijo de Han Solo lo mata,

recuerdo con mayor fuerza

aquel final con él

en mi departamento

que el desenlace de Disney

contigo.

 

Star Wars VII

[spoiler alert]

 

 

Che cosa sarebbe successo,

amore mio,

se prima di avere visto il film con te

l’avessi visto con un altro.

Che succederebbe se accanto a te le prime scene

non mi avessero sconcertato,

se avessi dovuto fingere di non sapere

e non mi fossi sorpresa

quando Han Solo è entrato nel Millennium Falcon.

Che succederebbe se avessi ripetuto le stesse battute.

E se quella prima volta non l’avessi vista per intero

‑ magari solo per metà ‑

e fossi uscita dal cinema in fretta

per voler andare da un’altra parte

e stare sola con lui.

Come sarebbe tutto adesso

se quando ti baciai nel cinema

l’oscurità mi confuse

e nella seconda metà del film

mi misi a pensare che benché prima

non fossi mai arrivata alla scena

[spoiler alert]

in cui il figlio di Han Solo lo uccide,

ricordo con maggiore forza

quel finale con lui

nel mio appartamento

che il finale alla Disney

con te.

 

 

 

Andrea Muriel (Città del Messico, 1990) è una poeta e traduttrice. Laureata in Linguistica e Letteratura Ispanica alla BUAP. Ha conseguito un Master in Lettere Moderne – Inglese all’UNAM. Ha fatto parte del programma di scrittura creativa della Fundación para las Letras Mexicanas. Ha tradotto diversi libri dall’inglese e dall’italiano, tra cui spiccano le raccolte di poesie Dímelo di Kim Addonizio (Valparaíso, 2016); Materia oscura di Gianni Darconza (Raffaelli, 2017), e il romanzo La imperfecta maravilla di Andrea de Carlo (Seix Barral, 2018) ). A veces el amor es un cactus è la sua prima raccolta di poesie (Osa menor, 2019).