Bologna in Lettere 2019 – Pesi e Contrappesi – Maria Grazia Calandrone / Sonia Caporossi

 

 

Bologna in Lettere 2019

Disseminazioni

Venerdì 3 maggio ore 20.00

FactoryBo, Via Castiglione 26, Bologna

 

 

 

Pesi & Contrappesi

Dialoghi, monologhi, pregnanze e facezie tra un autore e un critico

Maria Grazia Calandrone / Sonia Caporossi

 

 

 

 

 

Maria Grazia Calandrone (Milano, 1964) vive a Roma. Poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice Rai, scrive per “Corriere della Sera”; dal 2010 pubblica poeti esordienti sul mensile internazionale “Poesia” e divulga la poesia dei grandi maestri a RaiRadio3; è regista del ciclo di interviste “I volontari”, un documentario sull’accoglienza ai migranti e del videoreportage su Sarajevo “Viaggio in una guerra non finita”, entrambi pubblicati da “Corriere TV”. Premio Montale 1993 per l’inedito, tiene laboratori di poesia nella scuola pubblica, in carceri, DSM, con i migranti e presta servizio volontario nella scuola di lettura per ragazzi “Piccoli Maestri”. Libri di poesia: La scimmia randagia (Crocetti, 2003 – premio Pasolini Opera Prima), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005), La macchina responsabile (Crocetti 2007), Sulla bocca di tutti (Crocetti 2010 – premio Napoli), Atto di vita nascente (LietoColle 2010), La vita chiara (transeuropa 2011), Serie fossile (Crocetti 2015 – premi Marazza e Tassoni, rosa Viareggio), Gli Scomparsi – storie da “Chi l’ha visto?” (pordenonelegge 2016 – premio Dessì), Il bene morale (Crocetti 2017 – premio Trivio), le traduzioni Fossils (SurVision, Ireland 2018), Sèrie Fòssil (Edicions Aíllades, Ibiza 2019) e l’antologia araba La luce del giorno (al-Mutawassit, Damasco 2019); è in Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi 2012). Libri di prosa: L’infinito mélo, pseudoromanzo con Vivavox, cd di sue letture dei propri testi (sossella 2011) e Per voce sola, raccolta di monologhi teatrali, disegni e fotografie, con cd di Sonia Bergamasco ed EstTrio (ChiPiùNeArt 2016); suoi racconti sono presenti in Nell’occhio di chi guarda (Donzelli 2014), Deaths in Venice (Carteggi Letterari 2017), Princesa e altre regine – a cura di Concita De Gregorio (Giunti 2018) e Un altro mondo, lo stesso mondo, riscrittura del Fanciullino pascoliano (Aragno 2019). Ha inoltre curato e introdotto i volumi di poesie di Nella Nobili Ho camminato nel mondo con l’anima aperta (Solferino 2018) e Canti Orfici e altre poesie di Dino Campana (Ponte alle Grazie 2019). Dal 2009 porta in scena in Europa il videoconcerto Senza bagaglio e dal 2018 Corpo reale, musica di Stefano Savi Scarponi e accompagnamento alla batteria di Arturo Casu. Nel 2012 vince il premio “Haiku in Italia” dell’Istituto Giapponese di Cultura e nel 2017 è nel docufilm di Donatella Baglivo “Il futuro in una poesia”, nel progetto “Poems With a View” del regista israeliano Omri Lior e nel progetto internazionale “REFEST – Images & Words On Refugee Routes”, pubblicato da “il Reportage”. Ha collaborato con i programmi di televisivi di Rai Letteratura e Cult Book. Sue sillogi compaiono in antologie e riviste di numerosi paesi. il suo sito è www.mariagraziacalandrone.it

 

 

link utili

http://www.mariagraziacalandrone.it/

https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Grazia_Calandrone

http://www.andrealucani.it/maria-grazia-calandrone-.html

http://www.letteratura.rai.it/articoli/maria-grazia-calandrone-la-vita-chiara/13899/default.aspx

http://www.letteratura.rai.it/articoli/inediti-dautore-maria-grazia-calandrone/13764/default.aspx

http://www.letteratura.rai.it/articoli/calandrone-la-poesia-va-in-carcere/21089/default.aspx

http://www.laboratoripoesia.it/maria-grazia-calandrone-2/

 

 

Vedo lei, affacciata

dalla finitudine sua

sul bianco raccolto

scivolamento

in un gonfiore di germoglio

e di pianto finito

nello schianto del mare. Vedo una viola

di latte

che cola

tra spalancate braccia

d’acqua dolce. Poi vedo il mare muoversi come un telo di altare

io vedo l’ostensione

della sua bellezza

sotto alte infreddate costellazioni. Le ginestre

 

dopo: all’angolo estremo dell’occhio, poco prima del niente.

 

Il mare è dove la strettoia del fiume diventa beatitudine

è la pianura senza gravità

dove il carico

si disfa. Riconosciamo il mare

dall’odore infantile che gli prende la terra

vicina

alla punta pulita dei piedi

esposta per prima

nelle calze

e da una irragionevole felicità negli omeri, che stanno

per affidarsi al nuoto, per allungarsi

come radici, congedarsi.

 

 

(da Atto di vita nascente, LietoColle, 2010)